rece live______________________________________________Toscana in Concerto__

 

Banda Bardo'_live

Marea Festival - Fucecchio
3 luglio 2003

di Marco Zeus

Avverto i gentili lettori che la mia non sarà una normale recensione di un concerto, quanto piuttosto la descrizione dei personaggi e dell’atmosfera che hanno caratterizzato una serata divertente e movimentata. E in fondo si parla anche di musica.

Erano già due anni che non mi recavo a un concerto della B.B., e non avevo ancora ascoltato dal vivo le canzoni di Bondo Bondo. Sacrilegio! Così decisi che non potevo perdermi la serata di Fucecchio. Siamo andati in sei, giovani e atletici, con la voglia  di “pogare” dall’inizio alla fine, caratteristica peculiare dei seguaci di Erriquez e compagni. E così è stato; va da sé che anche la maggior parte del pubblico, agguerrito e numeroso, era partito da casa con le stesse battagliere intenzioni. Ne è venuta fuori un’ora e quaranta di salti, braccia levate al cielo, spintoni, panciate, gomitate, sudore e tanta, ma tanta polvere sollevata per aria. Già dopo tre canzoni i nostri vestiti, la pelle, i capelli erano tutti dello stesso colore: terra!

Ma quella del “pogo” è un’arte raffinata; chi la pratica è in grado di scontrarsi con la folla tutt’intorno senza farsi un graffio (o quasi), né arrecare danni agli altri (o quasi), cosicché tutto il pubblico è tornato a casa senza alcuno spargimento di sangue e reggendosi saldamente sulle proprie gambe; questo nonostante uno dei miei compagni, che tutti chiamano affettuosamente “Ciccetto”, fosse in realtà un armadio umano a quattro ante che se ti saltava addosso lì nel mezzo, ti lasciava ben poche speranze di vita.

E pensate che, in mezzo a tutto ciò, siamo pure riusciti a vedere e sentire la B.B. all’opera! Il gruppo ha subito un cambiamento importante nell’ultimo anno: il mitico Paolino ha ceduto il suo posto alle percussioni a Ramòn, un cubano dalla pelle d’ebano che come stazza ricorda molto quella del sopracitato Ciccetto (però Ramon non pogava). Gli altri componenti storici, invece, non mancavano: al centro del palco Erriquez, con la barba sempre più lunga e lo sguardo sempre più allampanato, mantiene intatto il suo carisma. Alla sua destra, Finaz con l’inseparabile chitarrina con cui faceva quel che voleva. Mostruoso! Dietro di loro, Nuto che come di consueto, saltellava intorno al fido contrabbasso, e Don Bachi, il quale senza batter ciglio eseguiva l’ingrato compito di dare un ritmo infernale ad ogni canzone. Sulla sinistra, l’immancabile Orla si destreggiava tra bottiglie di birra e pacchetti di sigarette. A dire il vero, lui avrebbe a disposizione una chitarra e una tastiera, ma non ha ancora capito che dovrebbe suonarle; però a noi piace anche così, è comunque un tipo pittoresco e fa folklore.

La scaletta delle canzoni era un mix ben dosato di brani vecchi e nuovi: così Rumore di Fondo precedeva Venti Bottiglie di Vino, mentre Uno Due Tre Stella seguiva Cosa Voleva Dire  (l’unico lento – si fa per dire – della serata), c’era Sette Sono i Re e c’erano Vento in Faccia  e Sans Papiers. Nel mezzo, anche la canzone di Daniele Silvestri dedicata al Che, accompagnata prima e dopo, da parte del pubblico, da simpatici cori di scherno verso il nostro presidente del consiglio (“Berlusconi pezzo di…”) e sventolìo di una consunta bandiera della pace. Non potevano mancare pezzi storici tipo BeppeAnna e Aò; a chiudere il tutto, un altro classico, Il Circo Mangione, canzone che, come spiegava Erriquez nelò presentarla, era nata per scherzo, quasi un nonsense, ma alla gente piace. infine, sulle note di sottofondo di That’s Amore di Dean Martin, i nostri eroi ci hanno dato appuntamento alle prossime occasioni. 
Non mancheremo!

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