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James Matthew Barrie (1860-1937), scozzese trapiantato a Londra,
scrittore e commediografo, famoso per il suo racconto ‘’Peter
Pan in Kensington Gardens’’ del 1906, era senz’altro un tipo
originale e interessante, anche se fu piu’ volte sospettato di
pedofilia, visto il suo amore per i bambini.
Il film di Forster si basa sulla commedia teatrale di Alan Knee
‘’The Man Who Was Peter Pan’’, e racconta un periodo
fondamentale della vita di Barrie, un suo fiasco con una
commedia, il suo progressivo allontanamento dalla moglie,
l’incontro con la vedova Sylvia Llewelyn Davies e i suoi quattro
figli maschi, che lo ispireranno, soprattutto Peter, nella
scrittura del suo capolavoro, la morte di Sylvia.
Edulcorando la figura di Barrie e tralasciando la realta’
storica (oltre ai sospetti di pedofilia su Barrie, sappiamo che
Sylvia quando lo incontro’ non era ancora vedova), Forster
riesce pero’ a fare un film profondamente toccante, che sposa
alla perfezione il messaggio insito in Peter Pan, una favola per
piccini validissima anche per gli adulti.
Il processo che spesso ci porta a rivalutare un film facendo
decantare il suo messaggio qualche tempo dopo la sua visione, in
questo caso funziona all’inverso, e ci porta ad ammettere che la
figura dello scrittore/commediografo/sognatore e’ assolutamente
irresponsabile come adulto, ma durante la visione del film e’
impossibile non rimanerne affascinati, e lasciarsi andare
insieme a lui e alla sua geniale fantasia, alla sua voglia di
rimanere bambini.
La regia e’ superba nel crossover tra realta’ (finzione
cinematografica) e sogno (immaginazione del ‘’padre’’ di Peter
Pan), o nel confronto figurato tra la vita ‘’normale’’ e quella
dell’eterno bambino (Barrie e la moglie che aprono
contemporaneamente le porte delle loro camere e ognuna ci rivela
uno sfondo completamente diverso); osando, e rischiando di
attirarmi addosso feroci critiche, si puo’ dire che Forster e’
riuscito la’ dove Burton, maestro del sogno, ha in parte fallito
con ‘’Big Fish’’, probabilmente aiutato dal soggetto non
originale.
Gli attori principali (Depp e la Winslet), che lavorano entrambi
per sottrazione, ci regalano due prove asciutte ma decisamente
importanti, lasciando in questo modo spazio alla storia e
facendoci comprendere a fondo la grandiosita’ della metafora
peterpaniana.
Tra gli interpreti di complemento, ma non secondari, deliziosi
non solo Freddy Highmore (che Depp ha segnalato a Burton per
l’imminente remake di ‘’Charlie and the Chocolate Factory’’) che
interpreta Peter, ma anche gli altri tre fratelli, e
importantissima un’algida Radha Mitchell nei panni della moglie
senza speranza, piu’ di un Dustin Hoffman nei panni
dell’impresario teatrale di Barrie.
Un
film non geniale nella trama, ma ottimo nella messa in scena,
che risulta, come gia’ detto, davvero intenso e toccante. Non
dimenticatevi i fazzolettini e lasciatevi andare.
di:
Ale
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