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Robert Scott e’ un agente speciale dei servizi segreti USA, e a
tempo perso fa l’addestratore; spietato quando serve, non esita
a far fuori anche degli innocenti, pur di eseguire gli ordini.
La figlia di un candidato alla Casa Bianca scompare
improvvisamente, e i servizi segreti non riescono a
rintracciarla nelle 48 ore che, secondo loro, sono zona franca
prima che i media si impossessino della storia. La ragazza si e’
tagliata e tinta i capelli, e pare sia entrata in un giro di
squillo di alto bordo. Scott ne segue le tracce, e insieme a tre
squadre si prepara infine a partire per gli Emirati Arabi, dove
pare sia stata condotta forzosamente la ragazza. All’improvviso,
colpo di scena : viene trovata morta in fondo a un lago.
L’operazione e’ sospesa.
Curtis, un suo allievo nonche’ partner ferito nell’operazione,
e’ convinto che la ragazza sia ancora viva, e glielo dimostra;
Scott decide di agire da solo, dopo aver constatato che ci sono
trame oscure sotto.
Sara’, ma il film non va, nonostante il bravo regista e la bella
fotografia. I colpi di scena sono troppi e non tutti
convincenti; a partire dalla ‘’conversione’’di Scott, un Val
Kilmer che non aiuta il film a decollare, nonostante l’impegno;
provate a pensare il film con, non dico Clint Eastwood nella
parte, ma anche solo Vin Diesel. La trama finisce per essere
complicata e zigzagante, e alla fine ci si annoia perche’ tanto,
che c’e’ del marcio in Danimarca ormai lo sappiamo (ce lo aveva
ricordato poco tempo fa anche ‘’The Manchurian Candidate’’).
William H.Macy inadatto e doppiato in maniera altrettanto
inadatta, la nota positiva viene da Tia Texada, ancora in una
piccola parte, ma convincente (e’ il sergente Jackie Black).
Superfluo.
di:
Ale
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