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- The Aviator – di Martin Scorsese  2005 -

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Biografia cinematografica di Howard Hughes (1905-1976), magnate delle trivelle petrolifere, personaggio poliedrico, che ha attraversato la prima meta’ del XX secolo lasciando il segno, soprattutto negli USA. Sognatore, di un’intelligenza superiore alla media, il suo vero amore furono gli aerei; progetto’ tra gli altri l’Hercules, compro’la TWA, lotto’ per la liberalizzazione delle rotte. Regista di due film piuttosto importanti, ‘’Gli Angeli dell’Inferno’’ del 1930 e ‘’Il Mio Corpo ti Scaldera’’’ del 1946, non solo per far soldi, amo’ tra le altre Jean Harlow (lanciata col primo film di Hughes), nel film interpretata da Gwen Stefani (nell’unica scena sembra la madre di DiCaprio), Katharine Hepburn (Cate Blanchett, fantastica nel caratterizzare la diva) e Ava Gardner (Kate Beckinsale, bellissima).
Paranoico e maniaco salutista, mori’ isolato dal mondo vivendo nudo chiuso in una stanza nella quale erano ammesse solo poche persone, per lo piu’ inservienti (di questa fine si intravedono le premesse nel film). Scorsese da’ alla luce un film altalenante, con piu’ luci che ombre, ispirandosi all’uomo che a sua volta Orson Welles prese ad esempio per il suo immenso ‘’Quarto Potere’’; in teoria potrebbe essere un altro episodio sulla storia degli USA, dopo ‘’Gangs of New York’’, in pratica il personaggio ingombrante di Hughes oscura a piu’ riprese lo sfondo. Dal punto di vista biografico, il film da l’impressione di andare avanti a strappi, non fluidissimo.
Allo stesso tempo, l’ironia e la verve di Hughes rendono il film piuttosto piacevole; per contro, una prima parte poco incisiva (per capirci, fino all’entrata in scena della Hepburn/Blanchett), volutamente rumorosa di canzonette dell’epoca e sfarzosamente scintillante, e un protagonista, DiCaprio, che, nonostante l’indubbia bravura e le sfaccettature che riesce a rendere, non ce la fa ad arrivare davvero in profondita’. Per la prima volta in un film da lui interpretato, mi sono trovato a domandarmi come sarebbe stato con un altro attore.

Due punti forti invece, li possiamo individuare nel rapporto Hughes/Hepburn dal lato emozionale, e nei primi ‘’sintomi lobbystici’’ dal punto di vista storico (il tentativo di Hughes di comprare tutti i senatori a parte Brewster, un Alan Alda strepitoso).
Alcuni movimenti di macchina da maestro (non e’ una novita del resto) e qualche scena entusiasmante, soprattutto d’azione (il ciak in volo della battaglia aerea in ‘’Gli Angeli dell’Inferno’’, l’incidente a Hughes) non bastano per gridare al capolavoro.

di: Ale