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Francia, Bretagna, 1920. Mathilde, zoppa per via di una
poliomielite da piccola, orfana di entrambe i genitori e
cresciuta dagli amorevoli zii, non si arrende all’idea che
l’amato fidanzato Maniche sia morto, fuori dalla trincea (dal
nome buffissimo di Bingo Colombier), condannato dalla legge
marziale per atti di automutilazione, durante la Prima Guerra
Mondiale.
Batte quindi, guidata dalla propria forza di volonta’, da alcune
bambinesche scommesse con se stessa, ma soprattutto dalla forza
dell’amore, tutte le piste che possano portarla a scoprire se
ancora c’e’ speranza di rivederlo.
Sulla sua strada incontrera’ persone diverse, e scoprira’ molte
cose taciute.
Un film sicuramente prolisso e ridondante, ma anche commovente
senza essere sdolcinato, dal respiro epico e vecchio stile,
nonostante il tocco del regista sia sempre stato quasi
irriverente. Certo, la mano di Jeunet si vede, ed e’ forse la
cosa piu’ bella del film, oltre alla faccia della Tautou, che, a
piccole dosi, fa sempre piacere rivedere.
Campi lunghi d’autore con bei movimenti di macchina, belle e mai
pacchiane le ricostruzioni d’epoca con l’aiuto del computer,
attenzione ai particolari anche nelle scene in esterni e,
soprattutto, in quelle di guerra. E poi, questo suo humor
particolare che rende tutto meno pesante e quasi surreale, e
questa sua passione per i freaks di qualsiasi tipo, fisici e
mentali (questa volta a partire dalla protagonista, passando per
i cinque ‘’condannati’’, fidanzato compreso, all’investigatore
col cognome buffo e alla figlioletta con la stessa menomazione
di Mathilde, e via proseguendo), disseminati in tutti i suoi
film. Belli anche i flashback dell’infanzia, meravigliose le
scene sul faro.
Cast importantissimo a livello francese (ci sono quasi tutti),
tra gli ‘’esteri’’ si nota Jodie Foster, brava come al solito,
tra l’altro pare, nella versione originale, ottima anche in
francese. Musica di Badalamenti, una garanzia.
Senz’altro un film che soddisfa dal punto di vista visivo, un
po’ meno dal punto di vista della sceneggiatura.
di:
Ale |