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Marco Pressi e’ un giovane in carriera in una multinazionale. Fa
il motivatore delle risorse umane, e lo fa bene. Ma l’azienda
per la quale lavora, iniziando uno degli interminabili cicli di
ristrutturazione, lo promuove a capo della gestione del
personale e gli chiede di ‘’liberarsi’’ di 25 persone in meno di
3 mesi, senza problemi col sindacato, con un budget
relativamente basso, e senza compromettere il clima aziendale.
Premio, un ricco bonus. La vita privata di Pressi, gia’
incasinata, diventa una barzelletta, amplificata dal suo
carattere caustico. Da beniamino di tutti diventa odiato, una
sorta di nemico pubblico numero 1. Alla fine, il target e’
raggiunto, ma a quale prezzo?Cappuccio, gia’ co-regista
dell’ottimo indipendente ‘’Il Caricatore’’, si ispira ad un
romanzo di Massimo Lolli che lo accompagna anche nella stesura
della sceneggiatura.
Ne esce un film dal ritmo alto e dalle tematiche interessanti e
ultra-moderne. Chiunque lavori in ufficio, soprattutto per
multinazionali, riconoscera’ le dinamiche e anche i personaggi
di contorno (davvero indovinati, macchiette terrificanti ma,
purtroppo, fin troppo corrispondenti alla realta’), il
linguaggio surreale (su tutto il tormentone ‘’ti stimo molto’’ e
altre perle, anche molto milanesi, che collocano giustamente il
non luogo dell’ufficio) tipico di questa realta’. Ottima la
verve comica, spesso anche greve, che coinvolge lo spettatore
fino a fargli dimenticare il dramma che si sta consumando, in
una finzione cinematografica che e’ assolutamente vicina alla
realta’ odierna del lavoro, al punto che, dopo essersi divertiti
si esce dalla sala e ci si domanda ‘’ma che cazzo c’avevo da
ridere che magari domani capita a me?’’.
Interpreti giusti, e soprattutto un Pasotti sempre piu’
apprezzabile, che dipinge alla perfezione la discesa all’inferno
del giovane manager.
Un
film divertente e intelligente, purtroppo sottovalutato e mal
distribuito, come troppo spesso accade in Italia. Ripescatelo.
di:
Ale
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