ELIO
E LE STORIE TESE
24-06-03
Marea Festival – Fucecchio
Premetto
una cosa: chi ha ascoltato l’ultimo lavoro di Elio e la sua banda sa
che non è un disco di facilissimo ascolto, pur essendo tecnicamente un
prodotto di ottima fattura; sonorità ricercate, continui cambi di tempo
per ogni canzone (provate a suonarne una a caso con la vostra
chitarrina, una sera sulla spiaggia, e poi sparatevi per la
disperazione!), testi più deliranti che mai (chi riesce a scrivere un
brano intero sui bastoncini dei ghiaccioli da usare per togliersi le
“cacche” di cane dalle suole, è un pazzo furioso o un genio
assoluto).
Visto
e considerato ciò, mi chiedevo che effetto mi avrebbe fatto sentirlo
dal vivo; ebbene, l’altra sera a partire da un quarto alle
undici, i miei dubbi sono stati fugati, ogni pezzo si è rivelato
spettacolare e trascinante e “rende” davvero tanto.
Certo,
i componenti del gruppo erano senz’altro in forma: Elio
è un autentico trascinatore di moltitudini, e la sua ironia
intelligente strappa sempre grandi risate; Faso
è uno dei migliori bassisti in circolazione – lui non suona, lui
gioca col suo strumento, facendovi uscire delle magie- ; Rocco
Tanica alle tastiere, Cesareo alla
chitarra e Meyer alla batteria
sul palco si divertono un sacco, questo si vede e si sente.
Non poteva
mancare il mitico Mangoni, che
quanto alla musica in sé non sa suonare nemmeno il campanello di casa,
ma come ballerino sul cubo è sorprendente.
Facciamo
una carrellata delle canzoni: tra le nuove, da segnalare Body
Giampi, singolare denuncia contro la pena di morte; Gimmi
I.; Litfiba Tornate Insieme;
Fossi Figo, destinata a
diventare l’inno di chi non ha proprio il fisico da fotomodello (e
siamo tanti!); La Follia della
Donna, in cui Meyer abbandonava la sua postazione alla batteria per
andare a battere il tempo con un paio di scarpe col tacco sopra un
amplificatore; ma soprattutto Shpalman, un’autentica carica di
adrenalina.
Tra
i pezzi d’annata: Servi della
Gleba, Il Vitello dai piedi di
Balsa (“…ma la legge
prevede una pena aggiuntiva per questo
reato, l'ascolto forzato di… parappapà chihaua!”), Burattino
Senza Fichi, Mio Cuggino, Born
to be Abramo, la mitica Cara
ti Amo (“…disse il mulo
alla vacca: ho appena fatto… un chihuaua!”); prima della
consueta chiusura con Tapparella,
dedicata al povero Feiez, ecco addirittura Clistere,
datata e semisconosciuta parodia di “Arriva Cristina”. I fans di
lungo corso ringraziano per la graditissima sorpresa.
Insomma,
per concludere, bene, bravi tutti, Elio e le Storie Tese non ci deludono
mai. Alla prossima.
Marco
Zeus