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Per chi non lo conoscesse, Arcand è canadese, autore di
film brillanti, intelligenti, profondi e divertenti.
Una sorta di Woody
Allen ugualmente colto e ironico, ma ancor più caustico e col dente
avvelenato verso la chiesa cattolica.
Purtroppo, i suoi lavori sono sempre
stati mal distribuiti in Italia, e diversi sono, come dire, andati persi.
Per chi fosse curioso, segnalo "Gesù di Montreal" del
1989 e "Il declino dell'impero americano" del 1986; di
quest'ultimo, tra l'altro, "Le invasioni barbariche" è una
specie di sequel (definizione che giustamente Arcand ha rifiutato, non è
certo un regista da sequel; lo dico solo perchè, eventualmente, chi sarà
come me affascinato dalla visione, magari sarà felice di scoprire anche
"l'antenato").
Detto questo, il film è molto, molto bello.
Rémy,
intellettuale ma professore fallito, ha un cancro e sta morendo in un
ospedale pubblico canadese (da quello che si vede, sono messi peggio di
noi...e noi che pensavamo chissà cosa!!); il figlio, con il quale non ha
un gran rapporto, torna da Londra e viene convinto dalla madre (separata)
a prendersi cura di lui.
E lui lo fa, usando i soldi in un primo momento,
recuperando il rapporto dopo. Divertentissimo a tratti, con dialoghi
eccezionali, risulta straziante nella sua intensità.
Fateci caso, non esiste una sequenza inutile.
Come un sentimento intenso, riesce ad essere
duro, delicato, di denuncia e commovente a fondo. Mi sono ritrovato a
bocca aperta senza volerlo nella sequenza finale dove Arcand riprende gli
alberi dal basso, come a suggerire un ateo alla ricerca di qualcosa.
Vi
farà bene.
di: Ale |