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  Le Invasioni Barbariche
  di Denys Arcand - 03

cine

Per chi non lo conoscesse, Arcand è canadese, autore di film brillanti, intelligenti, profondi e divertenti.
Una sorta di Woody Allen ugualmente colto e ironico, ma ancor più caustico e col dente avvelenato verso la chiesa cattolica. 
Purtroppo, i suoi lavori sono sempre stati mal distribuiti in Italia, e diversi sono, come dire, andati persi. 
Per chi fosse curioso, segnalo "Gesù di Montreal" del 1989 e "Il declino dell'impero americano" del 1986; di quest'ultimo, tra l'altro, "Le invasioni barbariche" è una specie di sequel (definizione che giustamente Arcand ha rifiutato, non è certo un regista da sequel; lo dico solo perchè, eventualmente, chi sarà come me affascinato dalla visione, magari sarà felice di scoprire anche "l'antenato"). 
Detto questo, il film è molto, molto bello.
Rémy, intellettuale ma professore fallito, ha un cancro e sta morendo in un ospedale pubblico canadese (da quello che si vede, sono messi peggio di noi...e noi che pensavamo chissà cosa!!); il figlio, con il quale non ha un gran rapporto, torna da Londra e vien
e convinto dalla madre (separata) a prendersi cura di lui. 
E lui lo fa, usando i soldi in un primo momento, recuperando il rapporto dopo. Divertentissimo a tratti, con dialoghi eccezionali, risulta straziante nella sua intensità.
Fateci caso, non esiste una sequenza inutile.
Come un sentimento intenso, riesce ad essere duro, delicato, di denuncia e commovente a fondo. Mi sono ritrovato a bocca aperta senza volerlo nella sequenza finale dove Arcand riprende gli alberi dal basso, come a suggerire un ateo alla ricerca di qualcosa.
Vi farà bene.

di: Ale

 

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