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Non ci siamo.Decisamente no.
Trovo che i Maori siano un popolo degno di maggiore considerazione, e
magari di film un po' migliori.
Pare che la regista abbia avuto il sostegno degli anziani maori e di tutto
il villaggio. Ma forse non hanno visto il film finito. La storia (anche se
siamo ai giorni nostri, manca il predestinato per fare il capo, capo
indispensabile per la prosperità del villaggio, di solito deve essere il
primogenito maschio del capo, ma in questo caso nascono due gemelli,
maschio e femmina, e il maschio muore, insieme alla madre, durante il
parto) è prevedibile e favolesca (se si voleva fare un bel film per
bambini ok, altrimenti...), la fotografia è molto bella (siamo in Nuova
Zelanda...difficile il contrario) ma il gusto delle inquadrature è a
metà tra il catalogo da tour operator e gli spot automobilistici, le
riprese subacquee delle balene sono stile documentario National Geographic,
i maori del villaggio sembrano vivere completamente fuori dalla realtà e,
contrariamente a come aveva fatto anni fa "Once were warriors"
(film duro ma importante), la regista ci mostra pochissimo il
disadattamento sociale sofferto da questo gruppo etnico (al pari di
aborigeni e indiani d'america, i maori sono vittime di alcolismo e, in
genere, di tutte quelle piaghe sociali tipiche di quelle culture antiche
che si scontrano "d'improvviso" con il "modello
occidentale"), mentre ci rifila una favola, carina ma niente di
più.
Commovente la scena delle balene spiaggiate.
Molto di più della storia nel suo complesso.
di: Ale |