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- Converge + Modern Life is War + My Fashion Love,
22/03/2005, Pinarella di Cervia, Rock Planet -

Live

Avete mai visto una band che si scusa col pubblico per la presenza delle transenne sotto il palco? Puo’ darsi, ma questo gia’ da’ le misure dei Converge. Andiamo con ordine.
Ancora una volta mi sento non il padre, ma il nonno del pubblico presente; semplice constatazione, importante per delineare il bacino d’utenza dei Converge. Alla fine, poco piu’ di un centinaio di presenti nel piccolo locale vicino all’Adriatico, giovani e scatenati.
Aprono le ostilita’ sonore gli italiani My Fashion Love, venature metal per un cantanto emo; batterista pestone, cantante timido, chitarrista che si sente poco con lo strumento ma in compenso canta piu’ del cantante, bassista che riempie con un suono rotondo; pezzi troppo lunghi, quasi snervanti. Suonano una mezz’ora scarsa.

A ruota, da Marshalltown arrivano i Modern Life is War; autori di un album, My Love, My Way, hanno un approccio grintoso, sono in cinque (batteria, basso, voce e due chitarre), il cantante si muove ricordando molto sua maesta’ Henry Rollins, anche nel modo di usare la voce; pezzi rocciosi quanto basta, che dimostrano come la fusione di hardcore-punk e metal classico, iniziata anni fa dai Discharge e proseguita dai Metallica abbia avuto un’evoluzione in questo senso. 40 minuti circa, e dopo un rapidissimo cambio palco, arrivano i quattro Converge. Le note introduttive sono quelle di ‘’First Light’’, opener dell’ultimo maestoso You Fail Me, e sembrano precludere alla seguente ‘’Last Light’’; invece il quartetto si tuffa in estratti dal precedente Jane Doe, cosa che appaga i Die-Hard fans. La scaletta poi torna sul disco più recente e alterna i pezzi.

Il concerto dura 45 minuti, Jacob, il cantante, dice piu’ volte di essere malato e di non farcela piu’, ma si concede per un pezzo in piu’ e, di certo, non si risparmia. Nei Converge la fusione tra Hardcore Punk, Black e Death Metal assume dimensioni grandiose. Canzoni compatte, furiose, complesse ma mai prolisse o ridondanti, sempre efficaci, che arrivano dritte al punto anche se i tre musicisti si permettono divagazioni quasi prog. Il cantato di Jacob e’ furibondo, ai limiti del growling, la sezione ritmica e’ devastante, soprattutto nel drumming di Ben, un mostro affiancabile a Dave Lombardo, un batterista che non e’ capace di eseguire la stessa cosa per piu’ di 5 secondi; la chitarra di Kurt (una Rickenbacker mi fa notare l’amico che e’ con me, scelta davvero inusuale per il metal) cesella riff ma soprattutto atmosfere cupe, ossessive, opprimenti. You Fail Me, il pezzo, nell’esecuzione live di questa sera, consacra questa band nell’Olimpo della musica moderna, e ci lascia a bocca aperta. Da vecchio metallaro, girovago di stili musicali, non posso che rallegrarmi. Il futuro e’ in ottime mani.

di: Ale