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Sui manifesti c’e’ scritto: Nick Cave solo performance. E uno
dice ‘’Vado. Fara’ un concerto acustico. Chissa’ che figata’’.
Poi arrivi, maledici ticketone e la mafia che ormai impera sui
concerti italiani (ovviamente c’erano anche i biglietti da 22
euro, ma trovavi solo quelli da 44 in prevendita), osservi il
posto, elegante, figo, sponsorizzato dalla Guru, ti aspetti da
un momento all’altro di vedere qualche modella, ti godi un pezzo
di pizza di 2 centimetri quadrati piu’ una birra a soli 7 euro,
poi prendi posto, ti dici che tutto sommato e’ andata bene, il
tuo posto e’ vicino mentre quelli da 22 sono fuori dal tendone e
se piove si bagnano, dai un’occhiata al palco e vedi batteria,
ampli, un piano a coda, e pensi ‘’Ma allora non sara’ solo’’.
Poi, alle 21,40 circa, entrano sul palco Jim Sclavunos
(batteria), Martyn P.Casey (basso), Warren Ellis (violino,
chitarra) e King Ink, attaccano una roboante versione di West
Country Girl, ti giri verso il tuo amico e dici: “ACUSTICO
UNA SEGA!!’’ e gia’ sei di buonumore.
Riflessioni notturne, mentre torni e ormai la macchina ha il
pilota automatico. Se qualcuno ti domandasse come e’ possibile
tutto questo, come potresti spiegare?
Come giustificare che poco distante da te un apparente
ragioniere calvo, con camicia stirata, ha quasi disintegrato una
seggiolina sbattendola sul pavimento in parquet chiedendo un
ulteriore bis, coprendosi poi di ridicolo cantando a
squarciagola Lucy mentre Nick la stava interpretando
sommessamente?
Come interpretare la tua vicina, ragazza reggiana carina,
probabilmente segretaria, all’apparenza seria ma gioviale, bella
montatura da vista, che urlava ‘’BONO’’ ad un signore
ultracinquantenne che, se anche tu fossi obiettivo, diresti che
sarebbe l’ora si tagliasse i capelli, e invece convieni col tuo
amico sul fatto che, ne ha pochi, ma li porta con stile,
dimenticandoti che se li tinge palesemente?
Misteri del carisma, diavolo e acqua santa incarnati in quest’uomo
che riesce a tenere in pugno il pubblico anche non dicendo
niente, o peggio, tentando di dire qualcosa e poi rinunciandoci.
La serata prosegue con Abattoir Blues, Red Right Hand, The
Ship Song (che meraviglia!), una versione asimmetrica
di Wonderful Life, The Weeping Song, Babe, You Turn Me On
dedicata alla moglie (mi sono domandato ‘’quale?’’ lo
ammetto…anzi l’ho detto ad alta voce), con annesso discorsetto
sui bambini e su quello che fanno dentro ai pannolini,
Cannibal’s Hymns, una bella versione di Rock of Gibraltar,
dedicata ad Antonio, un protagonista dello show, che dalla
prima fila ha chiesto Tupelo praticamente dall’inizio,
Messiah Ward, Henry Lee, una The Mercy Seat in
versione ‘’da camera’’, una indemoniata Hiding All Away,
un pezzo che ti fa riflettere sul fatto che l’ultimo disco sia
‘’rilassato’’ (vedi commento iniziale sul presunto concerto
acustico), God Is In The House, dove il pubblico canta
trasformandosi quasi in un coro gospel (e pensare che Nick Cave
non e’ nemmeno nero), fino a Tupelo, per accontentare
finalmente Antonio.
Versioni rivedute, corrette, diversificate, ritoccate, ma
soprattutto, versioni suonate da quattro musicisti che si
divertono, padroni degli strumenti, sempre al limite dello
sbaglio. Ellis, credetemi, non fa rimpiangere Blixa. E’ un’altra
cosa, d’accordo. Salta, gode, suona il violino come una
chitarra, lo violenta, sputa in giro, sorride quando lo
acclamano. Casey e’ quasi impassibile, ma sembra un metronomo
rockabilly. Sclavunos ha uno stile inguardabile dietro le pelli,
consuma una bacchetta a pezzo, sembra sempre in ritardo ma non
lo e’ mai, efficace e pesantissimo, anche con le spazzole.
Tornano per un bis, e che bis. The Lyre of Orpheus, Nobody’s
Baby Now, poi il violino di Ellis introduce una versione
folk-rock di Stagger Lee, e poi la mazzata finale di
Jack the Ripper.
Ma non e’ finita. Ancora un bis, ed e’ People Ain’t No Good
a cominciare questo blocco davvero toccante. Poi tocca a
Lucy, godimento puro. Chiude The Loom of the Land, e
Nick salta la prima strofa dal ridere. Stasera ha alternato alla
grande musica anche momenti di puro cabaret, sempre nel suo
stile. Intramontabile.
Chiosa: penso per un attimo di farmi allungare quei tre capelli
rimasti, per assomigliare a lui. Non ci riuscirei. C’e’ un sacco
di gente in giro che prova a diventare qualcuno in campo
musicale, ma il carisma non si vende al mercato.
di:
Ale |