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Xavier ha chiesto a diverse persone di fare una recensione della serata del Premio Castiglioncello; fra quelle persone io sono arrivato per ultimo, comunque ecco qui i miei:

Appunti Hyperdisordinati del Premio Letterario Castiglioncello 2001

Scritti da "dforsi"

 

(Ho perso totalmente la parte iniziale della serata con la prima parte del concerto per pianoforte, Elena Ciaffone, e flauto, Laura Gallenga, su musiche di Ennio Morricone ed altri con i ballerini Effetto Parallelo).

Arrivo al Castello Pasquini con la calma degli ultimi quando inizia un pochino a piovere (l'ombrello l'avevo lasciato in macchina (oppure) perché non pioveva, quando ero sceso) e sta per iniziare la parte centrale della serata con la premiazione di Mons. Ablondi. Come altri prima di me, provo ad aprire le porte "saldate" e, finalmente, quando prendo il telefono per chiamare Federico la porta si apre timidamente, entro e altrettanto timidamente faccio un cenno d'intesa con il capo all'omìno del banco dei libri, adocchio un posto libero, mi avvicino ma vedo Federico, Enrico e Lucia dall'altra parte del tendone, il publico applaude e quindi posso attraversare la sala senza sentirmi in colpa. 
 Fase uno terminata.

Il presentatore della serata, un bel tipo al quale tireresti le palline di pane, se fosse a cena con te, chiama l'ex Vescovo di Livorno Ablondi al quale viene consegnata una targa ricordo con una motivazione che io non ricordo :-)
Ablondi, rivolto alla giuria del Premio, composta da una decina di persone (politici, scrittori e altri): "pensavo di venire qui per ritirare un premio, invece assisto ad una canonizzazione per di più fatta da laici"
Pubblico: (risate e applausi)
Giuria: (idem e sorrisi all'indirizzo di Ablondi)
Presentatore: (idem, idem)
(vuoto di memoria)
A.: (al pubblico) "i giovani sono più vecchi di noi perché hanno la loro umanità e anche la nostra. Una volta sono andato in Piazza Attias (link alla seconda parte, ndr) a Livorno dove si riuniscono molti giovani, nessuno lo aveva mai fatto, e ho chiesto ad alcuni di loro se mi conoscevano, qualcuno ha risposto che forse ero presente quando aveva fatto la Cresima e qualcun altro ha risposto che assomigliavo a Cossiga, non so se è un complimento!"
Pu: (risate)
A.: "Ho consegnato a molti di loro una mia lettera e quando sono andati via, per terra, non ce ne era nessuna. Nei mesi successivi ho ricevuto un migliaio di risposte, tra cui 'perché è venuto, non sa cosa le poteva succedere!', 'non posso firmare questa lettera per quello che sto per scriverle, ma non posso non firmarla dopo quello che le ho scritto, scriva la risposta a questa mia amica perché non so cosa succederebbe se mi rispondesse direttamente' e allora abbiamo corrisposto come i fidanzati, per interposta persona"
Pubblico: (brusìo e mormorìo)
Pr.: "quando lei arrivò a Livorno 37 anni fa c'erano i Comunisti veri, ora ce ne sono altri (anche, ndr) (e anche, ndr), per lei cosa è cambiato"
A.: "non ho mai guardato alle etichette, ma agli uomini che ci sono dietro, e loro non sono mai cambiati. Sono stato al porto e mi chiamavano 'lo sceriffo' e il Vescovo ausiliario 'vice sceriffo', mi hanno fotografato accanto ad un operaio con l'Unità in tasca"

Segue la premiazione della sezione "turistica del premio", 3 finalisti, vince un libro che scopre i "giacimenti gastronomici dell'Italia".
Pr.: "ci parli del culatello"
Vincitore (non mi ricordo il nome, ma è facile trovarlo, l'ho anche visto al TG3, ndr): "è un prodotto fatto a mano in alcune migliaia di pezzi all'anno e ci vogliono 14 mesi per completarne la preparazione"
(inizia a piovere a catinelle, forse anche un po' di grandine, il vento crea un simpatico effetto stereo sparando acqua da destra a sinistra sulla tensostruttura del Castello Pasquini che almeno in un punto inzia a gocciolare; io mi ricordo che ho riattaccato il computer prima di cena, il modem è sempre staccato, ma potrebbe non bastare)
Pr.: "qualcuno dirà che il culatello porta sfortuna perché è iniziato a piovere; ci parli della salubrità dei cibi"
V.: "non è mai morto nessuno per aver mangiato il culatello o il formaggio di fossa, mentre è morto qualcuno per aver mangiato prodotti industriali (applausi); con un professore, del quale non faccio il nome perché l'iniziativa potrebbe non avere successo (?, ndr), avevamo pensato di organizzare una provocazione con tavolata in una piazza italiana per mangiare tutti quegli alimenti probiti per causare la reazione dei NAS o chi per loro, ma mucca pazza ci ha fatto pensre che la provocazione fosse troppo forte per cui non l'abbiamo fatto, ma il giorno che è stata messa al bando la bistecca alla fiorentina ho fatto un'asta durante la quale per 100 bistecche ho raccolto 128 milioni da dare in beneficienza" (forse NON era questa asta, ndr)
Pr.: "io allungo per tenervi qui, tanto nessuno di voi ha l'ombrello"
Pubblico: (intraducibile)

Segue la premiazione della parte "narrativa" del premio, soliti 3 finalisti, vince Giuseppe Culicchia con un libro su Anselm. La motivazione manda in paranoia chi, come me, non ha letto il libro (ora l'ho cercato su Internet: il titolo è "A spasso con Anselm", Garzanti).
Pr.: "Anselm è come Madame Bovary per Flaubert?"
G.: "No, Anselm è un formichiere vero, è rimasto a casa a vedere la partita (Lituania-Italia 0-0 per la qualificazione ai mondiali 2002, ndr)"
Pr.: "lei dice che Anselm è tirchio, ma una volta le ha fatto un regalo"
G.: "quale?"
Pr.: "il pupazzo"
G.: "si, il pupazzo di Flat Eric, quello che un paio di anni fa faceva la pubblicità ai blu-jeans. Anselm ha un'etichetta sotto l'ascella sinistra e pensava che tutti i pupazzi che ce l'hanno fossero come lui, ma è rimasto deluso da Flat Eric che sta li e non si muove"
Pr.: "Anselm è dovuto andare via per problemi di razzismo"
G.: "si, è vero, nel quartiere si è formato un comitato contro di lui, con gli striscioni 'vorreste che vostra figlia sposasse un formichiere?' allora gli ho regalato uno di quei biglietti aerei per fare il giro del mondo così può trovare un altro posto (parte dopo aver visto la partita?, ndr)"
(Altre frasi dette nel corso del'intervento): "All'inizio Anselm usciva solo per Ferragosto perché si vergognava di farsi vedere (squilla un cellulare in sala), ma io gli dicevo di non preoccuparsi perché sono tutti occupati a parlare col cellulare; può indossare solo la parte di sopra dei vestiti perché non trova pantaloni che gli vadano bene, ma è un amante dei blu-jeans; è stato a Genova (oppure) con la tuta bianca (anche), ma siccome con la pelliccia sotto aveva caldo, se l'è arrotolata in testa che sembrava il terrorista Bin Laden per cui la CIA se l'è portato via, in effetti con quel naso ha un profilo mediorientale, ora è a casa a riprendersi dai 3 giorni di [fatica]."

Segue la premiazione della sezione "biografie", vincono Folco e Anna Quilici con la biografia di Jack London, motivazione (non mi ricordo, ndr), un altro libro finalista era su Adriano Olivetti.
Pr.: "il mercato delle biografie è altalenante, quest'anno ce ne sono state poche, in passato alcuni editori ci puntavano di più"
Pr.: "è il primo libro che scrive con sua moglie?"
F.: "no, c'è stata collaborazione per tutti i libri che ho scritto da quando siamo insieme, mia moglie non è venuta perché è nata la nipotina, ma questo è il secondo libro nel quale il suo nome appare come co-autore, dopo quello su Amundsen; io ho scritto la prima stesura di questo libro poi lei lo ha letteralmente riscritto asciugandolo molto. Tutti i libri che ho scritto sono passati da lei come primo esame, lei legge molto, le hanno detto se lo facesse per una casa editrice guadagnerebbe 20 milioni al mese"
Pr.: "quale parte ha lasciato fuori a malincuore"
F.: "la parte messicana della vita di Jack London. Ho molti amici messicani e conosco il Messico. Lui era un americano 'eretico' perché aveva vissuto la rivoluzione messicana e il socialismo e aveva vissuto il contrasto tra le idee e la loro messa in pratica, come la sinistra di oggi"
Pr.: "dopo Amundsen e e Jack London, anche il suo prossimo lavoro è dedicato ad un altro viaggiatore?"
F.: "non chiamerei Amundsen e Jack London viaggiatori, perché non hanno viaggiato solamente. Vorrei scrivere un libro su Gaugin, non dal punto di vista artistico perché non ne sarei capace; alla fine degli anni '50 girai un documentario sulla sua ultima notte che presentai alla Mostra del Cinema di Venezia, è stato trovato morto una mattina, dopo aver dipinto una casa bretone con la neve, dopo anni di soggetti polinesiani"

Pr.: "vicino all'entrata c'è un banco con i libri che hanno vinto il premio, comprateli così capiamo se abbiamo fatto bene (a fare cosa? a premiarli o a venderli?, ndr) non ve ne andate perché il concerto continua"

(Una parte del pubblico corre a comprare i libri prima che finiscano e a farseli autografare, disturbando un po' la prosecuzione del concerto)

Segue la parte conclusiva del concerto con i ballerini che termina alle 23:40 circa. È uno spettacolo che ho già visto e che mi è piaciuto, ma le musiche sono di un certo spessore e di nessuna so a quale film appartiene (non sono i riff in stile "Il buono, il brutto e il cattivo", tra l'altro "Mission" l'ho visto una mezza volta e "Il pianista sull'oceano" non l'ho mai visto), fase due terminata.

Segue dopo concerto al bar del Castello Pasquini, ma è passata mezzanotte e il cuoco se ne è andato e quindi chi vuol cenare fischia un'insalata, io vado per una "crema alle tre cioccolate", semplicemente mondiale, fase tre terminata.

01:22 salgo in macchina: non ho nessuna multa (l'avevo detto che il divieto di sosta non era permanente ed erano passate le ore 22)

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Toscana in Concerto

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