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Visto che nel febbraio 2005 uscirà Heimat 3, sempre diretto da
Reitz, mi pare giusto raccontarvi qualcosa di questo imponente
lavoro che ho visto, non senza fatica, non per voi ma
esclusivamente per il mio piacere. La fatica, sia chiaro, è
stata tutta nel trovare il tempo per vederlo tutto; undici
episodi il primo Heimat (per gli amanti del vintage, 7 vhs), per
quasi venti ore di film, tredici per Heimat 2 (tredici vhs),
quasi trenta ore. Per la sostanza, al contrario, la storia è
avvincente, densa di sentimento familiare, nazionalista, ma
anche di profonde riflessioni filosofiche e storico-sociali.
Reitz, in pratica, e in breve, cerca di raccontare la storia
della Germania dal 1919 al 1982 (con Heimat 3 arriverà al 1999),
attraverso la storia di una famiglia; la protagonista del primo
Heimat è Maria, la capostipite della famiglia Simon, mentre per
heimat 2, con una specie di spin-off, il protagonista diviene il
figlio più piccolo Hermann, che nasce nel 1940 e attraversa
anche lui la storia della Germania fino al 1970.
Immaginatevi, dalla ricostruzione dopo la Prima Guerra Mondiale,
attraverso la nascita del Nazifascismo, la Seconda Guerra
Mondiale, la sconfitta, l’ennesima ricostruzione, la presa di
coscienza degli orrori perpetrati dai connazionali, il ’68, la
rivoluzione sessuale, gli hippies, il comunismo, la guerra
fredda, la Bader-Meinhof; affascinante anche solo pensarci.
Nessuno sfarzo, alternanza tra bianco e nero e colore, a scelta
libera del regista, attori non eccezionali, ma quello che conta
qui è davvero la storia : magari qualcuno facesse qualcosa del
genere in Italia (Giordana, col suo “la meglio gioventù” è un
esempio troppo piccolo al confronto). Uno sforzo non solo
lavorativo, ma anche umano e di coscienza, davvero coraggioso.
Per mettervi in pari, escono due dvd contenenti la prima e la
seconda parte a 65 e 89 euro.
Chi
ama il cinema di qualità non se ne pentirà.
di:
Ale |