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Sinceramente, visti i film
ai quali ci aveva abituati Ozon ("8 donne e un mistero",
"Sotto la sabbia", "Gocce d'acqua su pietre roventi"),
questo mi è parso il peggiore, quindi un passo indietro.
E riflettendoci bene, comincio a pensare che al tipo piaccia troppo
complicare le cose per sembrare profondo, onirico, simbolista.
Magari sbaglio, ma il film pare scritto sul momento, scena dopo scena, e
quando arriva il finale si ha l'impressione che il regista, per dargli un
senso "diverso", si inventi uno stratagemma, appunto, per
lasciar intravedere un senso "nascosto" nella storia.
Le attrici (Charlotte Rampling e Ludivine Sagnier) sono brave, sugli
attori stendiamo un velo pietoso.
di: Ale |