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Grande attesa per il nuovo
film di Bertolucci, autore senza dubbio di alcuni capolavori. Attesa a mio
parere delusa : The Dreamers non è un capolavoro.
E' un grande omaggio al cinema (i tre protagonisti si conoscono alla
"cinématèque" di Parigi, dove il fondatore Langlois proiettava
di tutto; si sentono legati da subito proprio per il loro interesse comune
e morboso per il cinema; vivono a tratti interpretando scene madri di
capolavori cinematografici), e per questo va rispettato, ma rischia di
essere indirizzato ad una cerchia ristretta e, primo controsenso, di
parlare solo agli anziani e non, come nelle dichiarazioni di intenti nelle
migliaia di interviste rilasciate dal regista prima dell'uscita, ai
giovani e ai giovanissimi.
Ha un inizio stentato, con dialoghi appena passabili, poi ha un sussulto e
ci offre una scena da storia del cinema, quella della "prima
volta" di Isabelle, morbosa, intensa, ma al tempo stesso
"alleggerita" dal comportamento e dalle espressioni del fratello
gemello, causa scatenante del fatto (per una scommessa) e spettatore
distratto dell'amplesso. Poi il film prosegue avulso dagli avvenimenti che
circondano i tre, proprio quel '68 che il regista parrebbe voler
rivalutare (ma chi è che lo ha svalutato?).
Ma non c'è un crescendo di morbosità, anzi, dopo il climax la storia
prende la strada di altre mille storie che abbiamo già visto, la
possessività e il tentativo di ricondurre il tutto negli schemi
prefissati da parte dell'americano improvvisamente perbenista, la paura di
perdere il gioco da sempre giocato da parte dei gemelli dall'altra. Le
similitudini con "Doom Generation" (a proposito di
capolavori...) quindi, finiscono (purtroppo) qui, e anche le speranze di
vedere un nuovo, e intrigante, "Ultimo Tango". Il finale, quando
(viene da dire finalmente) i tre escono "dans la rue", come
scandiscono i manifestanti, e a loro si uniscono, è spiazzante : dopo che
il regista ci aveva fatto sperare in uno spietato anti-americanismo (scena
della vasca da bagno, Théo il francese inveisce contro Matthew
l'americano perchè il suo paese ha mandato i soldati in Vietnam ad
uccidere innocenti e lui non è in galera per aver disertato),
all'improvviso, l'autocritica che non ti aspetti : Matthew l'americano
dice a Théo il francese che sta impugnando una molotov da lanciare
all'indirizzo della polizia "questo è fascista!" e se ne va,
lasciando Isabelle con lui. Parte Edith Piaf con "je ne regrette rien"
(io non rimpiango nulla).
Come la dobbiamo interpretare?
di: Ale |