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The Dreamers
di Bernardo Bertolucci - 03 ITA

cine

Grande attesa per il nuovo film di Bertolucci, autore senza dubbio di alcuni capolavori. Attesa a mio parere delusa : The Dreamers non è un capolavoro.
E' un grande omaggio al cinema (i tre protagonisti si conoscono alla "cinématèque" di Parigi, dove il fondatore Langlois proiettava di tutto; si sentono legati da subito proprio per il loro interesse comune e morboso per il cinema; vivono a tratti interpretando scene madri di capolavori cinematografici), e per questo va rispettato, ma rischia di essere indirizzato ad una cerchia ristretta e, primo controsenso, di parlare solo agli anziani e non, come nelle dichiarazioni di intenti nelle migliaia di interviste rilasciate dal regista prima dell'uscita, ai giovani e ai giovanissimi. 
Ha un inizio stentato, con dialoghi appena passabili, poi ha un sussulto e ci offre una scena da storia del cinema, quella della "prima volta" di Isabelle, morbosa, intensa, ma al tempo stesso "alleggerita" dal comportamento e dalle espressioni del fratello gemello, causa scatenante del fatto (per una scommessa) e spettatore distratto dell'amplesso. Poi il film prosegue avulso dagli avvenimenti che circondano i tre, proprio quel '68 che il regista parrebbe voler rivalutare (ma chi è che lo ha svalutato?).
Ma non c'è un crescendo di morbosità, anzi, dopo il climax la storia prende la strada di altre mille storie che abbiamo già visto, la possessività e il tentativo di ricondurre il tutto negli schemi prefissati da parte dell'americano improvvisamente perbenista, la paura di perdere il gioco da sempre giocato da parte dei gemelli dall'altra. Le similitudini con "Doom Generation" (a proposito di capolavori...) quindi, finiscono (purtroppo) qui, e anche le speranze di vedere un nuovo, e intrigante, "Ultimo Tango". Il finale, quando (viene da dire finalmente) i tre escono "dans la rue", come scandiscono i manifestanti, e a loro si uniscono, è spiazzante : dopo che il regista ci aveva fatto sperare in uno spietato anti-americanismo (scena della vasca da bagno, Théo il francese inveisce contro Matthew l'americano perchè il suo paese ha mandato i soldati in Vietnam ad uccidere innocenti e lui non è in galera per aver disertato), all'improvviso, l'autocritica che non ti aspetti : Matthew l'americano dice a Théo il francese che sta impugnando una molotov da lanciare all'indirizzo della polizia "questo è fascista!" e se ne va, lasciando Isabelle con lui. Parte Edith Piaf con "je ne regrette rien" (io non rimpiango nulla).
Come la dobbiamo interpretare?

di: Ale

 

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