-Cominciamo
con una presentazione: nel vostro sito ce n’è una, ma si capiscono forse
meglio i vostri gusti sessuali che altro. Allora, tanto per dirla alla “Marzullo”:
chi siete ? da dove venite? dove volete andare ?
-Eravamo un gruppo noise,
siamo un gruppo folk-punk e diventeremo un gruppo sempre più pop.
-Con quale musica
siete cresciuti ? cosa vi piace ? cosa ascoltate ? quale comperate ?
-Io e Teskio siamo cresciuti con il
tutto pop underground anni ‘80/90: Pixies, Breeders, Halo Benders, Beat
Happening, Flipper, Vaselines, Sonic Youth, Violent Femmes, Talking Heads,
Husker Du, Meat Puppets; direi che queste sono, assieme alla musica popolare
Irlandese e Slava, le colonne d’Ercole che reggono il nostro mondo. Ufo,
il nostro nuovo bassista entrato solo da un anno ha invece un passato più
da vero punk rocker: Ramones, Mc5, No Means No, Cramps, Stooges.....tanto
pane e Chuck Berry insomma. Attualmente però le nostre orecchie ascoltano
un po di tutto: Nick Drake, Fendermen, 13th Floor Elevator, One Dimensional
Man, Country Joe & the fish, Leonard Cohen, Herp Albert and the Tijuana
Brass, Pavement, Serif’s, Milaus...insomma una lunghissima lista che
evitiamo di stillare per intero a rispetto di chi legge.
-Quanto ha
influito nella vostra formazione musicale provenire da una città come Pisa,
che da sempre ha una scena sotterranea piuttosto viva ?
-Per quanto riguarda me e
Teskio, ma anche per Ufo credo, ha contato tanto ritrovarsi al Macchia Nera
già a 16 anni, dove potevi vederti i Wool, Fugazi, Soundgarden, dove potevi
chiaccherare di indie più o meno con chiunque, ed avere una sala prove
proprio lì dentro....io però ero piccolo e non conoscevo bene la scena
pisana tranne che i gruppi della mia età.....poi a quei tempi c’era in
giro tanto revival punk e quindi associavo la scena pisana a quella roba
vomitosa. Che io sappia, noi siamo stati uno dei primi gruppi a suonare
post-rock a Pisa, insieme ai Flora e Fauna di Livorno e gli Abatjour
Floreale di Pisa. Ufo, essendo più grande conosceva bene i CCM , TRAUMATIC
e la scena punk pisana di cui lui si può dire abbia fatto parte; ha suonato
con gli Human Flies, Mophos, Shunned, Fase Quattro e con le mitiche Ups.
-Come
riuscite a conciliare la musica con il resto; genitori, famiglia, studio o
lavoro ?
-Eh!Eh! Si convive male. Non
ti puoi permettere un lavoro fisso, cosa che rende impossibile la vita sia a
chi come me vive con la madre che chi come Ufo abita da solo. Sopratutto ora
che siamo stati in tour nazionale ci siamo resi conto di come sia
impossibile trarre dalla musica underground, sopratutto in Italia, i fondi
necessari per sopravvivere; tutti i soldi guadagnati vengono subito spesi:
camper, benzina, strumenti, imprevisti, rate, prestiti etc. Noi non studiamo
e bisogna ammettere che abbiamo le famiglie dalla nostra, e questo ci aiuta
non poco, ma ancora non basta; credo che le difficoltà economiche siano la
causa principale della rottura di gruppi ben avviati, ma noi faremo il
possibile perchè questo non accada mai.
-Siete
riusciti finalmente a trovare una sala prove ?
-No, oramai proviamo ai
concerti o in un sottopassaggio vicino alla stazione.
-Vi
considerate sempre una “street band”, adesso che palcoscenici e platee
più ampie iniziano ad accogliervi?
-Certo, una streetband magari
in pausa invernale visti i gelidi venti che spirano di questi tempi, ma pur
sempre una streetband che ad Arezzo Wave sì è esibita al campeggio prima
di esibirsi sullo Psycho stage....comunque dal Main Stage di Sonica alla
viuzza dimenticata da dio cambia poco, lo spirito rimane lo stesso.
-Raccontatemi
qualche episodio simpatico sui vostri concerti di strada.
-Unavolta mentre provavamo in
un sottopassaggio in periferia a Pisa, ci si sono avvicinati 4 barboni: uno
era un ex carcerato Genovese che assomigliava a Zapotek (Personaggio di
Topolino n.d.r); un’altro era Serbo e portava appresso a se un canetto
nevrotico che ululava ad ogni nota e cercava di morderci; un’altro ancora
era Polacco e voleva cantare come Elvis e un’altra era anche lei Polacca e
sembrava Eva Erzigova a 50 anni e senza denti. Si sono messi a urlare e
ballare, e mentre “Elvis” cercava di imitare i Beastie Boys in Polacco e
il serbo intonava improbabili cori baritonali,gli alri ci rifornivano di
vinaccio...è finita in una sbornia atroce!!! Da allora vengono a tutti i
nostri concerti in zona Pisa.....un’altra volta capitò che ci fu
annullata una data per via che il locale dove dovevamo suonare si rifiutava
di pagare i gruppi; decidemmo di suonare per strada dopo aver girato per
Pisa con un’altoparlante annunciando l’ora e il posto...nelle
centralissime logge di Banchi si riversò una variopinta folla che impedì
il consueto intervento delle forze dell’ordine, che è la conclusione
abituale dei nostri concerti per strada.
-Quanto
sareste disposti a cambiare per il “Successo” ?
-Finchè avremo libero
arbitrio sui nostri dischi, i nostri suoni, sui nostri live-set e sulle
nostre persone saremo ben lieti di firmare con chiunque. Il music biz è
indubbiamente merda ma non credo che l’underground si possa definire meno
schifoso....fra i due scelgo chi per primo mi permetterà di pagare
l’affitto a mia madre...il fatto è che cantiamo in Inglese, cosa che
faremo sempre con questa band...e questo precluderà molte cose finchè
restiamo in Italia; difatti andremo a suonare a Londra verso Marzo/Aprile e
distribuiremo il nuovo disco in Germania...insomma all’estero il più
possibile.
-E’
appena uscito il vostro primo vero disco, dopo due cassette autoprodotte,
apparizioni in compilations varie ed il mini di due anni fa. E’ dedicato
fin dal titolo, a Willie “Lemon Juice” Namington IV; chi era costui ? e
quanto vi sentite
accompagnati dal suo fantasma ?
-Willie era un dipendente
civile della base americana di Camp Darby, che è una base situata appena
fuori Pisa...il suo lavoro principalmente consisteva nel fare il bidello
dell’asilo per piccoli americans. Arrivato alla pensione si ritirò in una
casetta sui monti pisani e fu su quei monti che lo conoscemmo, durante uno
dei nostri giri per baretti, al circolo ACLI Toniolo di Tre Colli, dove
il nostro Willie si era appassionato per la tapparella, oscurissimo
miscuglio bollente di liquori imprecisati. Si dice, tra l’altro, che
l’oste variasse la miscela ogni mattina, e Willie in silenzio beveva ogni
mattina il torbone in metamorfosi costante. La tapparella, comunque va
servita bollente. C’è chi teorizza e il nostro Willie era fra questi, che
tale bevanda abbia la sua origine da una micidiale variazione del suo cugino
povero, il ChinCon: china e cognac, bollenti ovviamente. Willie trovò
quindi in questa tendenza all’artigianato alcolico una lontana eco delle
distillerie clandestine in cui suo padre lavorava, nei bui anni del
proibizionismo americano. Da qui vorremmo invitare tutti a saggiare
l’intensità di questo feeling con la tapparella, un amore sviscerato e
doloroso che Willie testimoniò, una volte per tutte, la sera del 14
Ottobre1998, data della mitica incisione di ‘Tapparella Moonshiner
Blues’. Inizialmente Willie si dimostrò diffidente nei nostri confronti,
per almeno un mese rimase evasivo e poco disponibile poi lentamente, al
ritmo di sette tapparelle al giorno che gli offrivavamo senza batter ciglio,
iniziò a parlarci dei suoi trascorsi, della sua passione per il blooz,
pronunciava quella parola a bassa voce quasi impaurito di muovere energie
dell’abisso di tenebre e tapparelle. In ogni suo discorso aleggiava questo
demone, questa paura. Non scherzava il vecchio Willie. Con pazienza
continuammo a frequentarlo, desiderosi di saperne di più, di non lasciar
perdere questa grande occasione. Sentivamo che comunque quel giorno
s’avvicinava, il vecchio Willie sul finire di qualche serata c’aveva già
fatto intuire la punta dell’iceberg: aveva canticchiato senza impegno, ma
la sua voce giusto in un paio di sillabe distratte e trattenute vibrava come
uno stradivari immerso nel pongo. E poi un giorno. Un giorno....un giorno il
vecchio Willie, sul far del tramonto ci invitò a cena. C’era qualcosa
sotto, non era un invito qualunque, capimmo in silenzio che Willie aveva in
mente qualcosa di diverso dal solito. Dopo una gustosa e vagamente
inquietante cena cajun, (in cui Willie si dimostrò anche ottimo cuoco),
Willie stette in silenzio una mezz’ora, noi non osammo intervenire,
convinti del colpo di scena, imminente. Poi si alzò, e molto semplicemente,
ci regalò un quarto d’ora di blooz, attimi sospesi e violenti che
sancirono l’inizio della nostra fervida collaborazione. Suonammo per i
boschi della Valgraziosa spesso, il buon vecchio Willie si emozionò a
sapere di suonare nel medesimo luogo dove era passato secoli prima
l’autore della Divina Commedia, fu appunto il Passo di Dante insieme ad
una manciata di altri posti sparsi per il Monte Pisano, a fare da sfondo, e
non solo, alle nostre infuocate jams. Registrammo qualcosa, certo, ma il
buon vecchio Willie se ne andò in fretta.
Il suo fantasma? Il suo fantasma è sul fondo di ogni bicchiere di
tapparella che col coraggio del ricordo decidiamo di bere.
-Siete
soddisfatti del disco ?
-Sì, assolutamente; esprime
chiaramente dove vogliamo andare a parare nel futuro...come da clichè credo
che il prossimo sarà ancora meglio.
-“Folk
punk rockers” si intitola uno dei vostri migliori pezzi, vi riconoscete
pienamente in questo titolo ?
-Si, pienamente anche nel
testo: “the childrens are all around, is the first punk rock show in their
life”; non immagini quanti bambini si siano appassionati a noi sulle
strade....è un bellissimo brano che possiamo considerare il nostro
manifesto.
-Cosa è la
fantomatica etichetta Iceforeveryone Records ? E chi sono gli altri
loschi figuri che ne fanno parte (Zagor Vadic, Man or Rastaman) ?
-“Fantomatica”? E’
semplicemente la nostra personale etichetta che lavora con tutto quello che
di improbabile c’è nella musica...L’unico lavoro distribuito in
nazionale sarà il nostro ultimo disco (SELF, da Febbraio) gli altri sono
lavori sono disponibili solo tramite mailorder; lavori di band che la musica
la prendono poco sul serio, cosa che apprezziamo molto...purtroppo le nostre
uscite migliori sono quasi tutte sold out (100/200 copie volano via in
fretta) ma avere prodotto un disco di Willie o dei mitici Zagor V. (Punk
band di Belgrado che farebbe divertire chiunque) è un piacere
enorme....contiamo di lavorare con altri gruppi di Pisa in modo più
serio al più presto, primi su tutti i Ceke e The Bugz, che salutiamo. E a
breve rinnoveremo il sito www.geocities.com/iceforeveryone/index.html,
rimasto oramai un pò indietro nel tempo.
-Andrea, ho
letto che hai pubblicato una cassetta con libro, dal titolo “Canzoni di
morte” che vuole essere un omaggio a cantautori italiani e non; di cosa si
tratta ? Cosa ne pensi della scena italiana ?
-Adoro One Dimensional Man e
Julie’s Haircut...ma non contano perchè cantano in Inglese.....in
Italiano riesco solo ed unicamente ad ascoltare Fabrizio De Andrè e i primi
lavori di Lucio Dalla. Odio chi prende De Andrè a musa ispiratrice per
gruppi pseudo-fricchettoni tipo Modena City Ramblers & Co....che rubano
la suà genialità di poeta anarchico per farla scadere in un terzomondismo
sciatto e balordo che sa di vino scadente. La musica Italiana non esiste, ma
trovo in questa non esistenza delle genialità da “Come è profondo il
mare” di Dalla a “Un Giudice” di De Andrè...il progetto “Canzoni di
Morte” altro non era che unire queste mie passioni cantautoriali a un
quaderno anarchico-libertario dedicato ai miei genitori e guerra contro la
schiavitù del lavoro. Conto di ristamparlo un dì, appena troverò qualcuno
disposto a farlo.
-Sogni nel
cassetto ?
-Vivere di musica per un bel pò,
pubblicare altri 3 o 4 cd con annessa versione in 33 giri e giracchiare il
“mondo” a sbafo......poi un bell’agriturismo nel Mugello, dove
crescere i figli. Penso basti, no?
-Confessate:
quanto vi piacciono i Violent Femmes ?
-Chi?! Violent come?!? Mai
Sentiti....ehm....non conosco.
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