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Non il
miglior film di De Heer, che in fondo ci ha abituato a cose ben più
estreme (anche se a pensarci bene, non è che la storia sia
"normalissima"...), ma sicuramente sempre un film da vedere per
chi non ama la filmografia convenzionale.
Una apparentemente tranquilla
famiglia australiana viene sconvolta dalla frustrazione della moglie, che,
nel giorno del compleanno del marito, organizza una "sorpresa"
indimenticabile che cambierà per sempre la vita dei quattro componenti
della famiglia.
Non vado oltre, per non rovinarvi la sorpresa.
Il film apre
riflessioni sulle dinamiche familiari moglie-marito (i figli sono del
tutto esclusi dal "senso" di questo film; del resto, dei figli
se ne era occupato in "la stanza di Cloe" e, in parte, anche in
"Bad Boy Bubby"), stima, rispetto, sessualità, ruoli.
Non si sa
quanto la depressione della moglie sia dovuta a problemi suoi, e quanto
alle pressioni psicologiche del marito.
Non si sa se ci sia una ragione
(intesa sia come "motivo", sia come opposto di torto) da qualche
parte; si sa solo che, anche nel mondo della perfezione, se non si è
onesti, rispettosi e giusti, la tragedia è dietro l'angolo.
Le malattie
dell'era del benessere, le tragedie familiari; qual è la causa?
Il
benessere stesso, o noi che ne facciamo un uso improprio?
Non servirebbe
neanche dirvi che la suspense è maggiore qui che in uno qualunque dei
thriller che ci bombardano dagli schermi, visto le cose che vi ho detto
prima.
Decidete voi, se è il caso.
Io vi ho avvertiti.
di: Ale
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