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Ecco il
primo polpettone melò che pare progettato appositamente per gli Oscar; un
ex colonnello iraniano, FUGGITO DALL' Iran all'epoca della rivoluzione
degli Ayatollah, non rassegnandosi alla "retrocessione" sociale,
conduce una specie di doppia vita, facendo lavori umili ma vivendo con la
famiglia in un appartamento lussuoso; tenta il riscatto comprando all'asta
una casa con vista panoramica che gli ricorda il passato; ma dalla casa
viene sfrattata una trentenne ex alcolizzata (e da poco abbandonata dal
marito), a causa di un errore dell'ufficio imposte non contestato dalla
donna (causa apatia e depressione la donna non apre la posta da mesi).
Gli argomenti che il film introduce sono innumerevoli (integrazione
etnica, alcolismo, drammi familiari, sconvolgimenti causati dalla
burocrazia), come pure le metafore (i protagonisti sono tutti
"peccatori", escluso l'unico che rimarrà ucciso non
volutamente); ma l'incedere è lento, il gusto per le inquadrature
pomposo, gli inserimenti dei flashback e "naturistici" risultano
ridondanti e poco funzionali.
Jennifer Connelly troppo bella per interpretare il suo personaggio, Ben
Kingsley sembra faccia la parodia di se stesso, Shohreh Aghdashloo risulta
la più convincente.
Superfluo.
di: Ale |