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Donnie è un adolescente americano, abita in provincia (Middlesex),
ha una bella famiglia, ma ha un passato da teppista e un
presente in analisi come schizo-paranoico. La verità è che è
solo. Una notte viene svegliato da Frank, un personaggio strano
con un costume da coniglio gigante, che lo invita a seguirlo,
gli comunica che il mondo finirà tra 28 giorni, e lo salva da un
incidente tanto inusuale quanto mortale : un motore di un Boeing
cade dritto nella sua cameretta. Donnie è sveglio quanto
disturbato, sensibile quanto schizoide; Coniglio Frank gli
appare sempre più spesso e gli indica cose da fare, cose che
hanno sempre conseguenze enormi, ma che si rivelano per lo più
positive per lui; tra l'altro, come conseguenza di una delle sue
azioni, conosce Gretchen, una ragazza con dei problemi
familiari; nasce tra loro un sentimento delicato, che porterà,
nel momento del pericolo, alla risoluzione di tutti i misteri
con la forza della disperazione.
Come per tutti i film troppo strombazzati, bisognerebbe non
farsi influenzare né nel bene, né nel male; la campagna
pubblicitaria per "Donnie Darko" mi ha ricordato, per imponenza
e supponenza, quella per "The Passion"; come in quella
occasione, ho cercato di pormi alla visione col massimo
equilibrio possibile : il risultato è stato soddisfacente.
Il film è girato con maestria, nonostante sia un debutto; è
interessante perché non è un teen-movie, non è un college-movie,
non è un horror-movie, non è una commedia romantica, non è un
polpettone, non è un film sulla teoria del complotto, non è un
film di guerra e nemmeno sull'apocalisse, tutto questo
nonostante sia un film statunitense, per di più fotografato come
un classico film americano. E' un film strano, con una
sceneggiatura che spiazza continuamente, ma che ritrova un suo
filo logico nell'epilogo, è un film "circolare" e per questo ci
soddisfa. Mi piace ricordare l'uso di una delle canzoni più
belle dei Joy Division, "Love will tear us apart", sulla scena
nella quale Donnie e Gretchen fanno l'amore per la prima (e
forse unica) volta; la scena non sarà granché, ma chi conosce
almeno il significato del titolo del pezzo, quando vedrà la fine
del film, non potrà non rimanerne toccato. Questo è solo un
esempio.
Voglio continuare questo assurdo paragone con "The Passion",
nonostante trovi giusto, come è stato fatto da molti, accomunare
questo film con le cose di David Lynch, anche se lo stile è
nettamente diverso, l'ambientazione provinciale americana, il
mistero, la non chiarezza delle cose dà ragione di pensarlo;
Coniglio Frank, esista o no, è un'entità superiore. Fantasma,
Dio o Demonio? Giudicherà, a suo piacimento, lo spettatore. Ed è
rivoluzionario e moralizzatore al contempo, come le azioni
coatte di Donnie, e le loro conseguenze.
Cast ben diretto e amalgamato; per non fare i soliti nomi,
ricorderò con piacere le espressioni un po' plastificate ma
sintomatiche di Mary McDonnell, nei panni della madre di Donnie,
indimenticata Alzata con pugno di "Balla coi lupi".
Un film denso, un regista che potrebbe rimpiazzare Kevin Smith
nei cuori dei suoi orfani, che ancora piangono la sua scomparsa
dopo "Jersey Girl".
di:
Ale
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