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USA, oggi, Pierre, un famoso
direttore d'orchestra viene avvertito che sua madre è morta;
Pierre torna in Francia, suo paese d'origine, per il funerale.
Dopo il funerale, si presenta a casa sua Pépinot, un uomo che ha
passato parte della sua infanzia con lui in un collegio per
ragazzi difficili, molto simile ad un riformatorio, per
consegnargli il diario del loro vecchio "sorvegliante", Clément
Mathieu. Grazie a lui, che ha intuito il suo talento, Pierre si
è avvicinato alla musica, finchè è diventata la sua vita.
Inizia un lungo flashback che li riporta al 1949.
Ispirato a "La cage aux rossignols" del 1945, il film diretto
dal debuttante Barratier (che concorrerà agli Oscar per la
Francia) sfrutta il meccanismo narrativo de "L'attimo fuggente"
(già sfruttato, ad esempio, da "Mona Lisa smile" al femminile,
con risultati discutibili, nonostante la presenza di Julia
Roberts, e senz'altro inferiore all' "originale"), appesantendo
alcuni elementi : l'insegnante è uno sfigato, gli allievi sono
poco più che bambini, spesso orfani, provenienti da famiglie
povere, abituati alla violenza e trattati dispoticamente
dall'odioso direttore Rachin, l'ambientazione è l'immediato
dopoguerra, quindi poverissimo.
Nonostante questo, il film risulta leggero; le recitazioni,
sempre confrontate a "L'attimo fuggente", sono più asciutte (e
comunque tutte buone; i ragazzi sono tutti attori non
professionisti), la faccia simpatica di Gérard Jugnot (lo
ricordiamo in "Monsieur Batignole") aiuta a parteggiare da
subito per l'insegnante, per cui il film non risulta mieloso,
cerca poco la lacrima facile. La trama però, risulta piuttosto
prevedibile.
Un film anche utile, in tempi di discussioni sulla scuola, che
ci ricorda l'importanza dell'educazione e della passione degli
insegnanti; i riferimenti velati alla pedofilia, ben distribuiti
e mai pesanti, ci avvertono, purtroppo, che il problema è
annoso.
Onesto, godibile, toccante; di certo, non originale.
di:
Ale
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