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Visto
che dobbiamo considerarlo un altro film, il volume 2 di Kill
Bill è decisamente migliore del volume 1; oltre alla
maestria tecnica e ai continui riferimenti ad un cinema spesso
sottostimato in passato, patrimonio da sempre riconosciuto a
Tarantino, caratteristiche da lui padroneggiate dagli inizi
ma che qui raggiungono il top, il film ci riconsegna un regista
geniale, ridondante nei dialoghi (che a volte lasciano il tempo
che trovano, ma che spesso fanno gridare al miracolo) e in forma
più che mai.
Ci si diverte molto, e l' assurdo è che, probabilmente,
il momento più alto del film si realizza in quei lunghi
momenti di schermo buio durante la sepoltura della sposa viva
(viene in mente l'inizio di "Dancer in the dark" di
Von Trier, fatte, ovviamente, le dovute differenze).
Splendida la fotografia, diversificata a seconda degli episodi,
combattimenti ridotti e, quindi, godibili al massimo, colonna
sonora azzeccata e molto B-movies (ancora una volta); l' unico
appunto che mi sento di muovere al film è ad un finale
trascinato con un?alternanza di momenti semi-inutili (la melodrammaticità
della sposa davanti al comparire "improvviso" della
figlia, la riflessione filosoficamente spicciola sulle responsabilità
della maternità) e di esplosioni di violenza; certo,
potrebbero essere voluti, visto che, decisamente, siamo di fronte
ad un regista che pare sempre scrivere
le sceneggiature sotto stupefacenti.
Il che, la storia dell?arte ci insegna, non sempre è
un difetto.
di:
Ale |