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Pierre
cresce con la nonna, i genitori sono sempre impegnati. Inibito
nelle relazioni interpersonali, il giovane disprezza il padre
ma adora la madre. Quando li raggiunge nella loro villa alle
Canarie, il padre muore e la madre si rivela per quello che
è (una cagna, sessualmente parlando), stanca dell’adorazione
del figlio (ma non troppo). Inizia qui una spirale di degenerazione
dei rapporti tra madre, figlio e il piccolo universo che gira
intorno ad essi.
Tratto da un romanzo incompiuto di Bataille, il risultato è
supponente, ridicolo, inverosimile e falso; il film risulta
noioso e, nonostante le nefandezze, poco disturbante, sintomo,
appunto, di pochezza.
Si salva, ovviamente, Isabelle Huppert, ormai icona del disagio,
probabilmente messa in crisi solo dalla normalità, in
questi ultimi anni.
Sconsigliatissimo.
di:
Ale
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