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Un film
pesante come un macigno, che ci ricorda come siamo diventati.
Una madre divorziata, con una figlia tra i 12 e i 14 anni, padre in
ospizio, viene presa di mira dalla direzione dell'azienda per la quale
lavora a partire dall'ultima ristrutturazione seguita all'acquisizione da
parte di un altro gruppo.
Già dalla scena iniziale si intuisce la bontà del film, vista l'aderenza
alle situazioni reali; il discorso del nuovo amministratore delegato è
quello che, chi lavora in grandi aziende, si sente ripetere ad ogni
riunione, ed è il concetto cardine sul quale si basano tutte le
elucubrazioni degli esponenti di Confindustria.
Il finale lieve non ci faccia dimenticare le vessazioni che, oggi, sono
all'ordine del giorno; gli appuntamenti saltati dalla protagonista a causa
delle "chiamate dell'ultimo minuto" da parte dei capi, o la
neo-madre che si spurga il latte dal seno in bagno per evitare perdite,
sono lo specchio del paese reale.
Concludo dicendo che questo film conferma inoltre che Nicoletta Braschi,
lontana da Benigni, recita molto meglio (vedi "Ovosodo") e
sembra un'attrice.
Consiglio la visione a tutti, e in particolare a chi ancora non lavora per
arrivare preparati all'appuntamento.
di: Ale |