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Jacopo
Carucci o Carrucci, detto il Pontormo dal paese dove nacque
nel 1494 (l'odierna Pontorme, nei pressi di Empoli), fu un pittore
importante, anche se la sua più grande opera, come scopriremo
vedendo il film, è andata distrutta; la vicenda, tratta
anche dal suo diario, ci narra dei suoi ultimi anni di lavoro
al Coro di San Lorenzo in Firenze, ai servigi di Cosimo de'
Medici, dei rapporti tra Cosimo, il papato, l'imperatore Carlo
V, l'inquisizione e lo scisma luterano, ma soprattutto del suo
particolare rapporto con la fiamminga Anna, una giovane violentata
da un soldato che, dopo la violenza le tagliò la lingua,
che Pontormo conosce nell'arazzificio dei Medici, dove lei lavora.
La storia è piuttosto interessante, ma il film non è
all'altezza, e nonostante i numerosi caratteristi, soprattutto
italiani, la messa in scena rimane fredda e non coinvolge pienamente.
Imbarazzanti le scene con alcuni dei personaggi dentro la basilica
di San Lorenzo, fatte (malissimo) con la computer graphic, non
basta neppure il protagonista Joe Mantegna, piuttosto spento,
a risollevare il film, che riesce ad interessare solo all'inizio,
poi si affloscia e lo spettatore si ritrova ad aspettare impazientemente
la fine.
di:
Ale
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