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Savatage - live
Firenze - Tenax 
Martedì 5 Febbraio 

di: Ago

Cosa poter dire di loro? Un gruppo con una storia da brivido, capace di spaccare i monti e nel frattempo emozionare dal vivo e di confezionare dischi di un livello superiore (considerando anche la favolosa TRANS-SIBRIAN ORCHESTRA). La prima volta che li ho visti suonare è stata la scorsa estate al GODS OF METAL, dove suonavano come 3°ultimo gruppo. Un festival non è certo il posto migliore per gustare un gruppo come loro (anche per i problemi di scaletta non essendo gli head-liner) ma i nostri amici americani fornirono una prestazione superiore (consideriamo che il cantante ed un chitarrista sono stati trovati subito prima del tour, senza neanche partecipare alla produzione del disco). Furono sicuramente i migliori del festival; il loro suono era talmente perfetto che neanche i JUDAS PRIEST fecero di meglio (non li hanno neppure eguagliati per essere precisi). Appena uscito dal festival mi ripromisi di tornarli a vedere nella seconda parte del tour europeo, quello senza festival. La data era il 24 ottobre, ma visti i fatti di settembre il tour venne posticipato. Nuova data: 5 febbraio; gruppi di supporto: VICIOUS RUMOR e BLAZE. Il fatidico giorno è finalmente arrivato e da buon sava-fans ero il 3° davanti all porta del Tenax. Appena entrato e preso posto in prima fila (rigorosamente a sinistra per essere davanti a CAFFERY) i VICIOUS RUMOR hanno iniziato a suonare. Tenendo di conto che io non li avevo mai sentiti (mai un concerto o un CD) mi sento di dire che hanno fornito un prestazione buona; soprattutto il cantante mi è rimasto impresso per la sua bella voce.

Finita la prestazione dei VICIOUS RUMOR è iniziato il vero concerto. BLAZE, dopo il buon SILICON MESSIAH, è uscito con un altrettanto buon 10° DIMENSION che mostra le ottime capacità del gruppo. Il suono è molto migliorato e dal punto di vista strumentale si è avuto un grosso passo avanti. Le linee vocali sono rimaste sempre le solite o quasi; è stata la sezione in cui ho notato un’evoluzione minore. Dal vivo mi aspettavo grandi cose da questo gruppo (che mi stupì molto lo scorso anno, quando venne come supporto agli Helloween e che suonò molto meglio degli head-liner) e così è stato. Il concerto si è aperto con LEAP OF FAITH, la canzone sicuramente più aggressiva (e secondo me una delle migliori) dell’ultimo lavoro. Il pubblico ha reagito molto bene, il suono era ottimo ed il bravo BLAZE ha fatto di tutto per essere il più possibile a contatto con la folla (si è addirittura messo a cantare con un piede sul palco e l’altro sulle transenne della prima fila in modo da potersi chinare sul pubblico).

Finito questo pezzo il batterista ha battuto due colpi sul charleston (è sempre così che viene introdotta) ed è iniziata FUTUREAL. Il pubblico ha iniziato a scatenarsi ed io vedevo dietro di me i classici mulinelli di pogo. Il VIRTUAL XI e THE X FACTOR hanno avuto poco successo, ma ci sono dei pezzi che dal vivo distruggono sempre, sia eseguiti da BLAZE che dagli IRON MAIDEN (quelli veri). Lo show è continuato con SEEK AND DESTROY e THE MAN ON THE EDGE (riecco i mulinelli). Blaze si ricorda anche del suo primo album e vengono suonate SILICON MESSIAH e GHOST N THE MACHINE; si ritorna all’ultima fatica e vengono eseguite SPEED OF LIGHT e THE 10° DIMENSION. Il buon vecchio BLAZE e la sua band hanno fornito un’ottima prestazione dal vivo, dimostrando di essere un grande cantante che ha trovato grandi musicisti (sono tutti bravi a registrare bene in studio e poi deludere dal vivo; loro sono bravi in entrambe le cose). Altro fatto degno di nota è che tutta la band (BLAZE per primo) ha cercato di interagire il più possibile con il pubblico, in modo da esaltarlo e da farlo esplodere (STEVE WRAY mi ha fatto impazzire!!!). Non tutti i gruppi fanno o sanno fare questo. BLAZE esce di scena, gli operai iniziano a togliere la strumentazione utilizzata dalle prime due band ed il pubblico inizia ad infiammarsi fino a quando un si odono le note di "THE SHOW MUST GO ON" dei Queen, durante la quale la band entra sul palco osannata dal Tenax che acclama prima la band e poi il mitico JOHN OLIVA. Si aprono le danze con l’ottima COMMISSAR che fa scatenare il pubblico (si iniziano a vedere le prime persone volare fino ai buttafuori), successivamente viene eseguita la stupenda SURROUNDED (da notare la spettacolarità con cui la band ha suonato la parte strumentale del pezzo con il pianoforte di OLIVA che mi ha dato una carica esplosiva). Intanto un ottimo DAMOND JINYA cantava e quasi recitava dando prova della sua bravura e che i SAVATAGE hanno fatto un ottimo affare prendendolo sotto di loro (mentre un rinato OLIVA cantava con tonalità più bassa per rendere il pezzo più potente).

Mi aspetto grandi cose da questo ragazzo nel prossimo album. Finito questo pezzo la band inizia un altro pezzo ed io non credo alle mie orecchie: è THIS IS THE TIME! Non avrei mai pensato che la eseguissero dal vivo senza STEVENS, invece lo hanno fato e nel migliore dei modi possibili: spaccando il Tenax in due con un suono di chitarre potenti, un pianoforte che accompagnava il tutto per mettere ancora più melodia nell’aria e con un ottimo JINYA che fa ancora più spavento. Favoloso. Basta questo per ripagarmi il prezzo del biglietto. JOHN annuncia HANDFUL OF RAIN che viene eseguita in medley con DEAD WINTER DEAD e THE WAKE OF MAGELLAN. Hanno spazzato via tutto quello che avevano intorno con un volume altissimo ed un suono perfetto e di una melodia incredibile. Meglio che ascoltare il disco a casa (e avere un suono in quel modo al Tenax vuol dire essere superiori, soprattutto se si considera che suonavano in medley e si capiva immediatamente quando cambiavano canzone). Immensi. Il concerto è continuato con EDGE OF THORN durante la quale, nell’ultimo ritornello la band si ferma ed DAMOND allunga "anymore" in un "anymoooooooooooooooooooooooooooore" .

Mi ha fatto venire i brividi. Questo ragazzo ha un grande futuro. La band finisce di suonare EDGE e poi attacca con 24 HOURS AGO. DAMOND imita perfettamente l’OLIVA dei tempi di HALL OF THE MOUNTAIN KING e la band continua a spazzar via tutto con un suono sempre perfetto. Non ho ancora parlato del grande CHRISS CAFFERY: ha dimostrato di essere un chitarrista eccezionale muovendosi con disinvoltura tra i propri soli, tra quelli di AL PITRELLI (adesso nei MEGADEATH) e quelli dell’unico CRISS OLIVA (non dimentichiamoci anche di ALEX SKOLRICK). Lo show continua con BEYOND THE DOORS OF THE DARK e con la mitica SIRENS che, tanto per cambiare, infiamma il pubblico. STRANGE WINGS è fantastica e poi un’altra sorpresa (almeno per me: non me la sarei mai aspettata): CHRISTMAS EVE 24/12. OLIVA e CAFFERY sono grandissimi. Ma perché la TRANS-SIBERIAN ORCHESTRA non viene in Europa? MOZART AND MADNESS precede ALL THAT I BLEED (eseguita in medley con MORHINE CHILD) che mette in mostra ancora un volta le doti vocali di DAMOND e che mi fa commuovere quando JOHN la dedica a suo fratello. CRISS, sarai sempre in noi. Inizia la saga di STREETS: si sentono i cori che introducono STREETS (eseguita in medley con JESUS SAVES) e poi tutti incantati davanti a tanta potenza. Naturalmente DAMOND va via da palco (va dietro la batteria) perché STREETS è l’album di JOHN e solamente il MOUNTAIN KING può cantare queste canzoni. Vengono eseguite anche TONIGHT HE GRINS AGAIN, AGONY AND ECSTASY e poi la ballata per eccellenza: BELIEVE. Non farò commenti su come è stata eseguita o su come ha reagito il pubblico; le lacrime che scendevano dai miei occhi parlano da sole. Stavo veramente bene. Finita BELIEVE viene eseguito un micro pezzo di A LITTLE TOO FAR, tanto per chiudere in bellezza il capitolo. THE GUTTER BALLET ha iniziato la parte finale del concerto, con un OLIVA impeccabile alla voce ed alle tastiere, seguita da una TEMPLATIN REVELATION (eseguita perfettamente da CRISS CAFFERY) che ha aperto la strada alla vera sorpresa della serata: WHEN THE CROWDS ARE GONE. Era moltissimo tempo che i SAVATAGE non eseguivano più questa canzone e se lo hanno fatto vuol dire che si sentono veramente in forma e potenti (come realmente sono). E’ un buon segno in vista del prossimo album, il primo con una nuova formazione al completo. Ritornando al concerto, neanche a dirlo, anche questo pezzo è stato suonato divinamente con un doppio canto (OLIVA + JINYA) nella stupenda parte finale dove OLIVA dà il meglio di se stesso. Una volta che il pubblico si è ripreso dall’emozione è iniziata PRELUDE TO MADNESS, intro dell’immancabile (e questa volta conclusiva) HALL OF THE MOUNTAIN KING. Ed il nostro MOUNTAIN KING non ci ha deluso! Non ho mai menzionato JEFF PLATE (un grande batterista) e JOHNNY LEE MIDDLETON (altrettanto grande) non perché hanno suonato male, ma perché sono stati semplicemente perfetti come al solito.

JACK FROST ha recitato una parte secondaria visto che tutti i soli erano affidati a CAFFERY (ma può competere un nuovo arrivato con il grande e fedele CRISS?). Un concerto da ricordare e penso proprio che dovrò aspettare molto tempo prima di provare nuovamente qualcosa di simile. Rivolgendomi ad un amico alla fine del concerto (sulle note di SILK AND STEEL) ho detto: "Immensi come al solito!" e lui ha replicato: "Te puoi dire anche che non lo sono, ma loro ti dimostrano subito il contrario". Chiaro, vero?

They are the way, they are the night, they are the dark inside the night…

 

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