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Seconda
Guerra Mondiale, in un campo di sterminio nazista il rapporto
coniugale tra il direttore del campo, August (Tomas Arana, molto
bravo), e la moglie Franziska (Chiara Conti, inespressiva; non
si capisce se per la parte, in quel caso davvero brava, oppure
perché è davvero un’attrice inespressiva) è
diventato freddo; diventa addirittura conflittuale quando August
si fa assegnare un servo (Andrea Renzi, più televisivo
che teatrale), un ebreo ungherese colto, che si “insinua” tra
i due con le sue osservazioni profonde e il suo amore per la
cultura, nel tentativo di salvare la sua vita e quella degli
altri ebrei.
Una storia bella e intensa, rovinata in parte dallo stile teatrale
trasposto al cinema (non sempre riesce bene), e da alcune recitazioni
un po’ troppo ingessate.
di:
Ale
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