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Un
libro all'apparenza "leggero", su un calciatore neppure
tanto famoso; ma potrebbe sorprendervi, perfino farvi ricredere
sullo stereotipo del calciatore medio tutto frasi fatte e veline.
Il libro è scritto dal procuratore di Lucarelli, Carlo
Pallavicino, anche giornalista; è scritto, quindi, piuttosto
bene, contiene cenni storici su Livorno e la Toscana, e, pur
essendo Pallavicino un fiorentino, riesce a cogliere molti aspetti
della livornesità, in maniera a volte sbalorditiva.
Ripercorre la carriera di Lucarelli, ma raggiunge il climax
raccontando quest'ultimo, strepitoso(lasciatemelo dire) anno,
che ha riportato in serie A il Livorno dopo 55 anni, facendo
parlare familiari, amici, ultras, colleghi, e dipingendo un
personaggio schietto, anche discutibile se volete, ma che potrebbe
essere d'esempio, non tanto per la qualità del gioco,
quanto per il cuore e per l'attaccamento alla squadra della
sua città.
Non è "Febbre a 90" di Hornby, ma potrebbe
piacervi, magari immaginandovi una situazione analoga con la
vostra squadra del cuore se non siete livornesi.
La prefazione è del regista livornese Paolo Virzì,
divertente anche quella.
ffrontare
il libro che è stato il caso letterario italiano dello
scorso anno, non è cosa facile; si rischia di partire
prevenuti, in un senso o nell'altro.
Per chi ancora non lo sapesse, è il diario di circa due
anni di vita, dai 15 ai 17, di un'adolescente catanese che cerca
l'amore ma trova solo il sesso, e ne trova tanto, essendo carina
e, come dire, molto disponibile.
Dal punto di vista prettamente letterario, il libro è
scorrevole, anche se lo favorisce il fatto di essere molto breve,
ma la prosa è poco pungente, decisamente piatta, nonostante
l'argomento. I maestri del genere sono altri.
La struttura lascia a desiderare, visto che inanella un po'
tutti i tipi di sesso, ma in maniera piuttosto schematica, come
se ci fosse sotto qualcosa, una specie di progetto per abbracciare
tutti i "campi"; è questa la cosa che insospettisce
maggiormente.
Il linguaggio è a tratti troppo poco adolescenziale,
mentre a tratti è bambinesco, e la cosa stride.
Decisamente un libriccino che non rimarrà nella storia.
di:
Ale
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