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Per
effetto dello scioglimento di un enorme "pezzo" di
Antartide, all’improvviso si scatena una glaciazione dell’intero
emisfero nord del pianeta.
Due
climatologi se ne accorgono, e cercano di mettere in guardia
il vicepresidente degli USA, che per tutta risposta li snobba.
Il difetto enorme di questo filmone catastrofista è di
essere una classica "americanata" dove tutto è
esagerato, con sottotrame un po’ insulse e romanzate, con un
happy end mieloso; ma è innegabile la forza eversiva
di una previsione non così lontana dalla realtà,
dipinta, anche se grossolanamente, come un enorme contrappasso
anti-USA (incredibile paradosso per un film che da lì
viene).
La statua della libertà ghiacciata e semi-sommersa dalla
neve, l’incrociatore russo alla deriva in una Manhattan inondata,
tornado giganteschi che radono al suolo Los Angeles e spazzano
via la scritta cartonata di Hollywood, il vicepresidente USA
che ammette i suoi errori in diretta tv in "esilio"
forzato, il Presidente che prima di morire in una tempesta cancella
il debito dei paesi sudamericani e del terzo mondo (dopo che
il Messico aveva chiuso le frontiere di fronte ai profughi provenienti
dagli USA!!), i profughi USA che attraversano clandestinamente
il Rio Grande.
Basta questo per rendere interessante un film, o almeno, l’idea
di un film, nonostante i punti deboli citati poco prima.
di: Ale
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