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Moltheni + Honey Pusher,

4/12/2004, Calamita, Cavriago (RE)

di Ale


Tempo da lupi, solitari, come forse è Moltheni, nel panorama italiano. Il concerto che apre le date a supporto del sospirato nuovo disco "Splendore terrore" si tiene a Cavriago, cittadina vicina a Reggio Emilia; il locale è il Calamita ed è davvero bello; lo staff è tutto formato da persone gentilissime (e colgo l'occasione per ringraziarli per l'ospitalità).

Apre per Moltheni una one-man band, gli Honey Pusher, ma Daniele (attivo anche come OfflagaDiscoPax, un cd in uscita a febbraio per Santeria, e come Magpie), il chitarrista/cantante, usa una identità "casuale", infatti il demo-cd che contiene alcuni pezzi eseguiti stasera è a nome "the Night". Crepuscolare, intimista, delicato, il pubblico risponde con generosità anche se in trepidante attesa per Moltheni; che arriva sul palco poco dopo la mezzanotte, con Pietro Canali al Wurlitzer.

Moltheni è in gran forma, si diverte e diverte, pur dando vita ad un concerto davvero intimo, a partire dall'atmosfera da cameretta creata sul palco con tre abat-jour d'epoca (la quarta è sul banchetto del merchandise, dove la sua simpaticissima compagna vende, oltre alle spille e ai poster, delle borse davvero vintage che vanno via come il pane; in regalo il promo del nuovo cd in uscita i primi di gennaio per La Tempesta records, dei Tre Allegri Ragazzi Morti).

In pratica, propone tutto il nuovo lavoro, comprese le quattro strumentali "gli occhi di Mara Cagol", "bue", "tutta la bellezza dell'istinto materno degli animali" e "tatàna", forse eseguite troppo vicine tra loro, ma che, come ci dirà lui stesso, illustrano una parte dei suoi amori musicali, e contribuiscono a creare un'atmosfera quasi onirica.

Colpiscono "il potere del legno" (prossimo video), "fiori di carne" e la splendida "suprema" verso la conclusione del set, davvero un pezzo che ti fa venir voglia di aprirti il petto con le mani e lasciare il cuore in bella mostra.

Non nega il passato, anzi, solo in occasione del bis, alla richiesta di "curami deus" risponde "mi dispiace, non posso farvi curami deus perché....proprio non mi ricordo le parole!! Scusate", ma esegue e rivisita "il circuito affascinante", "zenith" (in apertura), "in me", "qualsiasi aprile", "fiducia in un nulla migliore", quasi in chiusura la stupenda "e poi vienimi a dire che questo amore non è grande come tutto il cielo sopra di noi", "natura in replay", "flagello e amore", e sicuramente qualcosa che dimentico causa emozione. Extra repertorio, propone "simbiosi" degli Afterhours.

Difficile aggiungere altro; si rischia di ripetersi. Moltheni è una realtà importante per la musica italiana, e le persone lo sanno già da un po', si vede dall'attenzione e dalla devozione con le quali lo seguono; è un personaggio che ama la musica e che la fa amare. Doveva suonare 50 minuti, ha chiuso dopo circa un'ora e mezzo.

Una serata eccezionale, grazie a tutti gli ingredienti che l'hanno caratterizzata.

Soprattutto grazie a Umberto Giardini, in arte Moltheni.

 

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11-12-04